Canzoni come La mia città, Latitanti, Conta, Leccà e A furia di girare sono dei veri e propri sfoghi musicali in cui con toni più o meno dissacranti vengono smontati tutti quegli atteggiamenti di arroganza, di omertà, di furbizia e di ingiustizia che quotidianamente producono degrado sociale e culturale. Poi ci sono brani come Gianni e Annalise, che pescano dal passato storie ed emozioni che non conoscono tempo e spazio. Ci sono gli “esperimenti” come L’ideale, frutto di giochi linguistici che trasformano in musica una serie di parole omografe. Ancora, con La mia generazione Bucarelli si sperimenta in chiave funky, raccogliendo l’urlo di una generazione sempre più incompresa e abbandonata al proprio destino.
Infine, Io Parlo, Michele e Il sangue degli illusi raccontano il dolore e la rabbia di chi ha vissuto sulla propria pelle la violenza della ‘ndrangheta, dell’usura, della criminalità.
Io Parlo è dedicata alla memoria di Massimiliano Carbone e a sostegno di Liliana Esposito.
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